Il bluff del Multitasking

Ho già parlato più volte di quella caratteristica individuale molto ‘ambita’ e ricercata nei luoghi di lavoro che è il multitasking, ovvero la capacità di eseguire due (o più) compiti simultaneamente, e ho già detto che questa capacità non esiste, si tratta di una sorta di ‘illusione’ più simile alla dispersione energetica e di attenzione che a una vera e propria capacità lavorativa.

Questo perché, a livello di attività cerebrale, la corretta esecuzione dello svolgimento di un compito presuppone un controllo cognitivo che può essere soggetto a interferenze ambientali, quindi la capacità di rimanere concentrati sugli stimoli target escludendone altri, inibendo inoltre certi tipi di risposte inappropriate.

In pratica, l’unitasking (o single-tasking) è il modo più efficace di lavoro; eppure il  multitasking – enormemente favorito dalla velocità con cui si sono diffusi i dispositivi tecnologici sia in ambito lavorativo che privato – è oggi lo comunemente considerato ‘efficace’ e rappresenta il modo ‘standard’ di utilizzare le tecnologie, al punto che si parla di media multitasking, definibile come lo svolgimento di due o più compiti, uno dei quali implica l’uso di un mezzo tecnologico (Lang & Chrzan, 2015).

Uno studio di Ophir e collaboratori (Ophir et al., 2009), ha mostrato quanto l’utilizzo costante del media multitasking conduca a un considerevole decremento dell’ attenzione e quindi ad una maggiore probabilità di distrarsi e di peggiorare le prestazioni a compiti che implicano il controllo cognitivo.

Quello che chiamiamo ‘multitasking’ è in realtà una continua di interruzione dell’attenzione; siamo tutti coinvolti a fare più cose alla volta in uno stato perenne di attenzione superficiale, accrescendo la possibilità di fare errori, diminuendo sensibilmente le nostre capacità, rendendoci poco performanti più insicuri, meno capaci di esprimere il nostro potenziale, fino al punto di danneggiare il nostro lavoro.

Siamo tutti in una condizione di C.P.A. Continous Partial Attention (attenzione parziale continua) che ha innumerevoli risvolti tossici a livello psicofisico.

E’ quindi necessario conoscere questo bluff del multitasking e informarsi su come poterlo contrastare o gestire limitandone i rischi.

Di seguito, una selezione di notize sul tema del multitasking degli ultimi mesi.

E-mail e multitasking sono ostacoli sulla via del successo. Le 7 regole del guru del management

Addio "multitasking": se fai tante cose assieme, le fai tutte male (e ti stanchi di più)

Multitasking: un’abitudine sempre più diffusa. Dovremmo preoccuparci?

http://www.linkiesta.it/it/article/2018/04/06/distrutti-dal-multitasking-come-sopravvivere-allo-stress-del-terzo-mil/37641/

Dal multitasking al pensiero profondo: tempo, concentrazione e attenzione

Multitasking e media multitasking: gli effetti su lavoro e apprendimento

https://www.formicargentina.it/news/come-vivere-bene-ignorando-le-sirene-del-multitasking/