Generazione digitale: un popolo di informatissimi idioti. 12 pagine da leggere assolutamente.

Sabato 25 gennaio 2014, il prof. Franco Ferrarotti (uno dei più importanti sociologi italiani, autore di alcuni libri ‘critici’ su internet, l’ultimo dei quali  è Un popolo di frenetici informatissimi idioti), ha parlato a lungo di Internet e delle sue conseguenze sulla società, in particolare per i ‘nativi digitali’, alla conferenza “Nuove dipendenze” organizzata dal Centro di psicoanalisi romano.

Il testo è una fotografia di tutti noi come agire sociale – ma dove possiamo facilmente ritrovarci uno per uno – in quest’epoca di tecnologie digitali e in questo mondo in cui ci siamo avvolti della comunicazione e relazione con tecnologie e servizi baati su internet.

Riporto brevemente alcuni passi dell’intervento, e alcune frai estrapolate dal testo, ma invito a scaricare e leggere il testo completo cliccando qui.

L’oggetto di ricerca è l’Homo sociologicus contemporaneo, cioè “quell’«agente sociale» in base alle prescrizioni di ruolo, fondate su valori e norme collettivamente condivisi” definito dalla sociologia del novecento, che sembra oggi “aver ceduto il passo a un attore sociale che persegue, in primo luogo, un suo personale progetto esistenziale. Il sociale resta solo come «vincolo allentato», richiamo evocativo o «cornice», anziché come luogo delle risorse da cui attingere i «materiali» essenziali per la costruzione delle méte individuali e collettive.”

La ricerca su questo nuovo tipo di “agire sociale” incrocia obbligatoriamente “la comunicazione elettronica e la rivoluzione digitale che investono direttamente le anime degli uomini, ne trasformano le percezioni, ricreano la realtà, la ridefiniscono e la re-inventano come realtà virtuale”.

Questi effetti sono particolarmente evidenti nella “generazione che abbiamo davanti è quella cresciuta con i mezzi di comunicazione di massa, con la televisione, con il computer, con Internet.”

“Internet sta cambiando non solo la comunicazione politica, ma la fonte stessa dell’obbligazione che lega e tiene insieme la società, consentendo ad essa di funzionare come un insieme di parti distinte ed anche in contrasto, ma tendenzialmente congruenti. … Internet sta sostituendosi al costume della società tradizionale, all’autorità dell’eterno ieri. È il nuovo, imprevisto ed inedito fattore integrativo. Ma integra veramente?”

“Se non già oggi, quasi certamente domani, saremo probabilmente messi di fronte ad un popolo di informatissimi idioti” ci avvisa Ferrarotti, “La logica dell’audiovisivo … informa, ma nello stesso tempo frastorna; informa, ma anche deforma; informa con una straordinaria abbondanza di stimoli e di dati non-mediati, ma non concede i margini di tempo necessari al filtro selettivo della ragione e della memoria; ossia informa, ma non forma.”

“Liberati dalla placenta protettiva e inibente del costume tradizionale, delusi dalle grandi ideologie onni-includenti, consegnati alla contingenza del caso e alla sua crudeltà distratta, privi di scuse o giustificazioni valide per i nostri insuccessi, ridotti a vivere a modo nostro, a «realizzarci», ma privati nello stesso tempo di orientamenti, paghiamo la libertà con l’imbarazzo paralizzante di scelte tanto numerose quanto insignificanti. La mitologia del libero mercato ha penetrato e imbevuto di sé la trama dell’esistenza. L’ordine sociale che pesava sugli individui e ne dettava le condizioni di vita si è liquefatto. Siamo passati dall’eteronomia delle grandi tradizioni all’autonomia relativa dell’individuo kantiano, infine alla ricerca dell’identità soggettiva, puramente personale, alla valorizzazione estrema della spontaneità come preziosa, imprevedibile e irriducibile espressione del singolo. I comportamenti espressivi sopravanzano quelli logico- strumentali. …. Ciò predispone adolescenti, giovani adulti e adulti alla dipendenza dai nuovi mezzi elettronici. Nelle condizioni odierne, sembrano affermarsi nuove forme di idolatria. Si sta verificando l’obsolescenza del principio di non contraddizione e della consecutio temporum. Si è schiacciati sull’immediato …

“La cultura del libro si sta trasformando in cultura del monitor”.

“La tecnologia riproduce se stessa all’infinito e non va incontro a nessuna esigenza autoespressiva e libera degli individui. L’ultimo ritrovato è tanto tecnicamente scintillante quanto umanamente inutile”.

“Sta prevalendo la socialità come comunicazione fine a se stessa. Ma si tratta di rumore”.

“Più del 30% di dirigenti, imprenditori e neo-laureati non ha letto neanche un libro nel corso degli ultimi 12 mesi”.

E qui mi fermo ma, come vi ho detto, se volete capire un po’ di più chi siamo (o chi siamo diventati) come attori sociali in questi ultimi vent’anni di tecnologie digitali scaricate e leggete l’intervento completo cliccando qui.

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