Per cominciare bene l’anno, consiglio vivamente la lettura di questo bell’articolo di Donato Eramo in Puntosicuro.it che evidenzia perfettamente le criticità nelle modalità di lavoro in remoto rispetto al rischio Stress Lavoro-Correlato e all’aumento delle relative sindromi registrate in questi mesi di lock-down.
In particolare, l’articolo approfondisce il concetto della “scelta degli spazi”, con una particolare attenzione sull’Home Working in tempo di lockdown e alla necessità di considerare l’ambiente domestico come un luogo potenzialmente più a rischio per la salute e la sicurezza di tutti coloro che ci vivono e ci lavorano.
Esaminate le diverse tipologie di rischi riscontrabili nell’attività in smart working, l’autore segnala che “questi potenziali ‘pericoli’ presenti nelle nostre abitazioni hanno tutte le caratteristiche per poter definire l’ambiente domestico una situazione di potenziale Stress Lavoro-Correlato, soprattutto per la valutazione dei rischi da fare, da parte della ‘singola persona’, rispetto alle attività lavorative da svolgere.
Inoltre, “il lungo periodo di lockdown ha reso di fatto la ‘persona’ sempre iperconnessa e non solo per l’utilizzo delle piattaforme digitali, ma anche perché deve rapportarsi continuamente e puntualmente non solo al Datore di Lavoro, ma anche ai Dirigenti o ai Superiori”.
“Questi aspetti, nel loro insieme, possono comportare l’aumento dello Stress Lavoro-Correlato e di particolari patologie ad esso connesse” … e … “l’attuale situazione dell’emergenza sanitaria da Covid-19 ha tutte le caratteristiche per potersi definire una situazione di Stress Lavoro-Correlato ed ecco perché il lavoro svolto ‘esclusivamente da casa’, deve essere ‘riorganizzato su misura’ da parte della ‘singola persona’, in una sorta di ‘auto organizzazione’ e ‘auto gestione’ della salute e della sicurezza sul lavoro, (…) in cui è molto probabile che prevalgano reazioni psicologiche da Stress.”.