Lo smart working fa più male del lavoro in ufficio

lo smart working fa male

Un nuovo studio condotto da scienziati di vari istituti dell’Università della California del Sud dimostra che lo smart working può aumentare i problemi di salute.

La ricerca è stata condotta online tra il 24 aprile e l’11 giugno di quest’anno con un campione finale di 988 interviste.

Le domande hanno raccolto informazioni sullo stato di salute fisica e mentale dei lavoratori in smart working cercando di rilevare la presenza di nuove problematiche rispetto al periodo pre-pandemico, quando lavoravano regolarmente nei propri uffici.

Il 64% degli intervistati in smart working ha dichiarato di aver sviluppato almeno un nuovo problema di salute fisica, mentre il 75% ha affermato di avere un nuovo problema di salute mentale, come ansia, stress, sintomi depressivi e simili.

Gli studiosi hanno anche osservato che le donne avevano un rischio maggiore di sviluppare nuovi problemi di natura psicofisica e di manifestare sintomi depressivi (anche riconducibili allo stress da pandemia) rispetto ai colleghi uomini.

Il 75 percento dei partecipanti ha dichiarato di aver modificato i propri orari per venire incontro alle esigenze dei colleghi, inoltre il tempo trascorso dietro al computer è aumentato in media di 1,5 ore rispetto a quello trascorso in ufficio.

Gli scienziati evidenziano che l’impatto negativo dello smart working sulla salute è per la maggior parte dovuto all’inadeguatezza delle postazioni di lavoro (illuminazione, temperatura, posizione, seduta, eccetera) e al fatto che non tutti disponevano di uno spazio casalingo riservato dove poter lavorare in tranquillità.

I dettagli della ricerca “Impacts of Working from Home during COVID-19 Pandemic on Physical and Mental Well-Being of Office Workstation Users” sono stati pubblicati sulla rivista scientifica specializzata Journal of Occupational and Environmental Medicine.

L’abstract della ricerca è disponibile a questo link.