Giudizi contrastanti per questo film di Henry-Alex Rubin: Disconnect, presentato fuori concorso alla 69a Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia.
La storia, brevemente, è questa:
Un ragazzo viene indotto con uno stratagemma dai suoi coetanei poco responsabili a pubblicare su internet una sua foto nudo, una coppia subisce sul web un furto di identità che provoca il prosciugamento del loro conto corrente bancario, una giornalista cerca di tirar fuori un giovane dal giro dei siti che “vendono” sesso informatico. Le vicende di questi soggetti sono legate una all’altra e alla fine troveranno una composizione in maniera, per loro, imprevedibile.
Quindi si parla di Internet e, nell’idea del regista, di una società nella quale un eccesso di comunicazione informatica ha completamente distrutto il tessuto delle relazioni umane e collettive. Un lungo excursus su come la tecnologia stia cambiando la società attuale: i social network, le chat, tutti espedienti che in teoria dovrebbero favorire la comunicazione e l’interazione tra individui, ma che in realtà ci separano, ci disconnettono più che mai.
Sul flyer ufficiale del film c’è scritto
“Disconnect fonde molteplici storie che parlano di persone alla ricerca di legami umani nel mondo sempre connesso di oggi. Intense, strazianti e toccanti, le storie si intersecano con colpi di scena, che mettono a nudo una realtà scioccante nel nostro uso quotidiano della tecnologia che, facendo da mediatrice, definisce i nostri rapporti e, in fin dei conti, le nostre vite”.
“Volevo raccontare il paradosso di questi tempi, quanto siamo vicini eppure più distanti che mai – spiega Rubin – ho usato un approccio familiare, dando ad ogni attore la possibilità di avvalersi di un’interfaccia, persone che nella vita reale avevano avuto un percorso simile a quello del personaggio. Quello che mi interessava era riprodurre la naturalezza dell’assurdo e per la prima volta ero eccitato all’idea di essere libero, non alla mercé della docu-realtà”.
Come ho detto, i commenti critici sono stati di tutti i tenori, a qualcuno la pellicola è particolarmente piaciuta e l’ha definita da ‘sorprendente e senza troppi virtuosismi’, mentre altri hanno parlato di un “film banale e senza senso” … “di assoluta prevedibilità sul piano della struttura narrativa” che “non propone a chi guarda nulla, se non la propria impostazione ultrasemplicistica e furbamente ammiccante nei confronti del pubblico.”.
Viste le diverse opinioni, è quindi molto più sensato che, se a qualcuno interessa, se lo veda al cinema nei prossimi mesi e si faccia personalmente la sua idea.
Scheda del film
Titolo: Disconnect / Regia: Henry-Alex Rubin / Sceneggiatura: Andrew Stern / Fotografia: Ken Seng / Montaggio: Lee Percy, Kevin Tent / Scenografia: Dina Goldman / Musica: Max Richter / Interpreti: Jason Bateman, Hope Davis, Frank Grillo, Michael Nyqvist, Paula Patton / Produzione: LD Entertainment, Wonderful Films / Paese: USA, 2012 / Durata: 110′