Recuperiamo da un articolo di PuntoSicuro questo secondo Working paper di Olympus che contiene un saggio dal titolo “La valutazione del rischio da stress lavoro-correlato ai sensi dell’art.28 del d.lgs. 81/2008″a cura di Marco Peruzzi.
Nel saggio viene affrontato il tema della valutazione del rischio da stress lavoro-correlato ai sensi del Decreto Legislativo 81/2008 e vengono poi presentati i dieci ‘nuovi’ rischi psico-sociali emergenti. Si tratta di un argomento interessante che riprendo per intero:
In relazione ai rischi psico-sociali, che necessitano della mediazione dello stress lavoro-correlato (cd. indirect stress pathway), sono stati identificati dieci ‘nuovi’ rischi psico-sociali emergenti. Laddove per ‘nuovo’ viene inteso “un rischio, precedentemente sconosciuto, causato da nuovi processi, nuove tecnologie, nuove tipologie di luoghi di lavoro e cambiamenti sociali/organizzativi o una problematica a lungo conosciuta che solo ora viene considerata un rischio, per un cambiamento nella percezione sociale ovvero per l’acquisizione di nuove conoscenze medico-scientifiche”.
I dieci rischi emergenti sono classificati all’interno di sei macro-aree:
- nuove tipologie di contratto di lavoro e precarietà: la nozione di ‘precarietà’ adottata dalla ricerca Osha è ìuna nozione di tipo a-tecnico (OSHA 2007, p. 30). Facendo, in particolare, riferimento al modello costruito da RODGERS e RODGERS (1989), la precarietà del lavoro viene qui individuata sulla base di quattro parametri specifici: l’incertezza sulla continuità dell’impiego, lo scarso controllo individuale o collettivo sul lavoro (condizioni di lavoro, retribuzioni, orario di lavoro), determinato altresì dalla frammentazione delle responsabilità e dalla sottorappresentazione nei comitati salute sicurezza, lo scarso livello di protezione (minor disponibilità dei dispositivi di protezione individuale, protezione sociale, protezione contro la disoccupazione o contro la discriminazione) ed, infine, la vulnerabilità economica. A tali fattori, si possono aggiungere le scarse opportunità di formazione, di apprendimento lungo tutto l’arco della vita e di sviluppo professionale;
- orario di lavoro irregolare e flessibile: Osha adotta una ‘nozione atecnica’ partendo dalla ìconstatazione che il concetto di orario di lavoro flessibile e/o irregolare include una crescente varietà di modelli e rifugge pertanto una definizione uniforme e comune a tutti i contesti nazionali coinvolti. L’orario viene, in tal senso, definito come irregolare quando varia da giorno a giorno o da settimana a settimana, mentre è qualificato come flessibile quando la sua estensione è modificabile (ai fini dell’individuazione dei rischi psico-sociali rileva, pare evidente, soltanto la modificabilità da parte del datore di lavoro);
- instabilità del posto di lavoro: riorganizzazioni aziendali, esternalizzazioni, fusioni e acquisizioni sono cambiamenti che implicano, per lo più riduzioni del personale, un’ulteriore fonte emergente di rischi psico-sociali è individuata nell’instabilità del lavoro, intesa come probabilità percepita o paura di perdere il proprio posto di lavoro;
- intensificazione del ritmo lavorativo: può essere qualificata, adottando la definizione di Thèry, come un complesso, multiforme fenomeno associato ad una moltitudine di vincoli e costrizioni: il passaggio a modelli organizzativi produttivi automatizzati, l’integrazione di vincoli commerciali (scadenze, flessibilità, tempi di reazione, diversificazione), il passaggio nell’organizzazione del lavoro a una maggiore autonomia e a maggiori responsabilità, l’individualizzazione della gestione delle risorse umane e i cambiamenti nella valutazione del lavoro e nei meccanismi di controllo;
- invecchiamento della forza-lavoro: se non adeguatamente gestito, il fattore età può diventare allíinterno dell’organizzazione aziendale un’ulteriore fonte di rischi psico-sociali. La sua crescente diffusione richiede, pertanto, interventi mirati che consentano ai dipendenti di rimanere nel ciclo produttivo fino all’età pensionabile;
- violenza, mobbing, bullying: all’interno della ricerca pubblicata dall’Agenzia europea la violenza viene distinta in fisica e psicologica, riconducendosi a quest’ultima categoria quei fenomeni che, a seconda del contesto culturale o geografico, vengono diversamente qualificati come mobbing, bullying o molestie.
Clicca qui per scaricare il saggio “La valutazione del rischio da stress lavoro-correlato ai sensi dellíart. 28 del d.lgs. 81/2008” a cura di Marco Peruzzi, Working Papers di Olympus 2-2011 (formato PDF, 348 kB).