Diritto alla disconnessione per limitare email ed sms di lavoro fuori ufficio: in Francia sta per diventare legge nel nuovo Codice del Lavoro.

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Il tecnostress perseguita il lavoratore non solo sul luogo  di lavoro, ma anche a casa e per tutto il suo tempo libero. Al punto  che non si capisce più dove finisce il lavoro. E se finisce mai …

Per evitare il rischio che la perenne reperibilità consentita dall’uso dei cellulari e la diffusione del wi-fi aumentino a dismisura l’orario di lavoro, in Francia – già nell’aprile 2014 e dopo un accordo raggiunto dai sindacati (in particolare Cfdt e Cgt) con la Confindustria francese – è stato introdotto per  un milione di impiegati nei settori della tecnologia e dei servizi legali un “obbligo di disconnessione dei mezzi di comunicazione a distanza” per consentire agli impiegati di non sentirsi in obbligo di rispondere alle telefonate dei capi al termine dell’orario d’ufficio.

Quell’accordo tra le parti prende in questi giorni un aspetto ‘governativo’.

In vista della riforma del Codice del Lavoro, un gruppo di esperti guidati da Bruno Mettling – vicedirettore di Orange e incaricato dall’esecutivo a studiare il fenomeno del lavoro digitale – ha elaborato e presentato al Ministro del Lavoro francese un rapporto sugli effetti della rivoluzione digitale sulle condizioni di lavoro, sull’organizzazione del lavoro e sul management intitolato “Transformation numérique et vie au travail” (Trasformazione digitale e vita lavorativa).

Il rapporto – in lingua francese che potete scaricare cliccando qui – fornisce una visione di insieme e ben documentata sugli effetti della tecnologia digitale sul lavoro lavoro; parte da un inquadramento generale del fenomeno e si concentra sulle sfide della progressiva digitalizzazione del lavoro, in particolare sul contratto di lavoro e sulla qualità della vita. Il suo obiettivo è di fornire idee per regolamentare meglio la consultazione di email e sms nell’orario di lavoro e, in generale, l’attività lavorativa su piattaforme digitali, tablet e smartphone.

Tra le 36 raccomandazioni contenute nel rapporto, una in particolare è quella oggetto dell’accordo tra Sindacati e Confindustria: si tratta del diritto/dovere alla disconnessione, per cui il lavoratore ha il diritto/è tenuto ad essere offline per cose di lavoro fuori dalle mura del proprio ufficio.

Il rapporto sottolinea come “esiste un rischio di sovraccarico cognitivo ed emozionale, con una sensazione di fatica e di eccitazione. Si pone quindi la questione dei rischi psico-sociali e della concorrenza del tempo di attenzione disponibile. L’azienda deve incoraggiare la disconnessione con accordi interni, configurazione limitata degli strumenti di lavoro, esemplarità dei dirigenti”.

Il concetto, quindi, è che quando si è fuori dall’orario di lavoro bisogna limitare le comunicazioni su dispositivi mobili, come sms ed email  che, seppure facciano parte del lavoro, non vengono computate e retribuite come tali. Deve quindi essere posto un limite alle comunicazioni su dispositivi mobili quando si è fuori ufficio o durante i giorni festivi.

La palla ora passa al ministro del Lavoro francese Myriam El Khomri,  che deciderà come includere le raccomandazioni del rapporto nel disegno di legge che presenterà tra la fine del 2015 e il 2016.

A livello aziendale, il diritto/dovere alla disconnessione in alcune aziende europee è già realtà.

Sempre in Francia, gli ingegneri del Syndicat des sociétés d’ingénierie et de conseil et des bureaux d’études hanno raggiunto l’anno scorso un accordo per evitare i messaggi dopo le 18 e durante i weekend. In Germania, Volkswagen ha deciso di sospendere le comunicazioni sugli smartphone professionali tra le 18.15 e le 7 del mattino, e Bmw conteggia il tempo speso alle prese con le e-mail di fuori dell’orario tramutandolo in uno sconto di ore lavorate. Da Daimler, addirittura, le mail arrivate dopo un certo orario si distruggono. In Gran Bretagna Price Minister ha instaurato una mezza giornata al mese senza email per favorire gli scambi verbali tra i dipendenti.

Proprio utilizzando la  stessa tecnologia che permette ai dipendenti di essere connessi ventiquattr’ore ore su ventiquattro, le imprese possono anche assicurare che gli impiegati prendano pause adeguate in modo da garantirne la massima efficienza e produttività.

Alcune già impediscono l’accesso alla posta elettronica dei dipendenti dopo l’orario lavorativo con tecnologie come AirWatch o “recinti geografici” che impediscono l’accesso alla posta elettronica e ad altre risorse, o consentendo l’accesso ai dati aziendali all’interno del container per un periodo di tempo specifico o solo in luoghi determinati.

L’idea di “Diritto alla disconnessione” è un primo importante passo per cercare di trovare un equilibro tra serenità individuale e produttività professionale.

Il dibattito su quando termini davvero il lavoro veicolato dalle piattaforme digitali è quindi aperto ad ogni soluzione. Come vanno le cose in Italia sul diritto alla disconnessione e per capire cosa comporta un’eccessiva connessione alla rete ce lo racconta Marco Gui, Sociologo dei media dell’Università di Milano-Bicocca nella puntata del 7 ottobre 2015 del programma Geo di RaiTre.