Genere e tecnostress: le evidenze INAIL

L’avvento delle tecnologie digitali ha trasformato radicalmente il nostro modo di lavorare, ma ha anche aperto la strada a nuovi rischi. Tra queste problematiche, il tecnostress, definito come il disagio psicosociale legato all’uso intensivo e disfunzionale delle tecnologie digitali, rappresenta una criticità sempre più rilevante che richiede particolare attenzione. Una recente pubblicazione dell’INAIL evidenzia come questo fenomeno colpisca in modo differenziato uomini e donne, rilevando un diffusa percezione di maggiore esposizione da parte delle lavoratrici.

Secondo l’analisi dell’INAIL, infatti, il tecnostress si manifesta con punteggi significativamente più elevati nelle donne. I dati rivelano che le lavoratrici riscontrano un maggior carico tecnologico, una percezione più accentuata diinvasione della vita privata (tecno-invasion) e una maggiore difficoltà nell’accettare gli strumenti tecnologici. Questo quadro suggerisce che l’interazione femminile con le nuove tecnologie in ambito lavorativo sia spesso accompagnata da una serie di sfide emotive e pratiche più intense.

Non solo il tecnostress, ma anche il lavoro da remoto presenta criticità amplificate per le donne. Si osserva che le lavoratrici tendono a riportare maggiori livelli di isolamento e difficoltà comunicative più marcate in contesti di smart working. Questo può essere legato a una serie di fattori, tra cui la gestione del carico domestico e familiare che spesso ricade maggiormente sulle donne, rendendo più complesso il bilanciamento tra vita privata e professionale in un ambiente lavorativo virtuale.

Queste evidenze si inseriscono in un contesto più ampio di maggiore esposizione femminile allo stress lavoro-correlato in generale, come evidenziato dall’INAIL. Le donne mostrano una percezione di rischio più elevata, in particolare nei settori a forte componente relazionale come sanità e istruzione. La comprensione di queste dinamiche di genere è fondamentale per sviluppare strategie di prevenzione e supporto mirate, garantendo un ambiente lavorativo più equo e sostenibile per tutti.