
Chi non ha mai pensato questa frase almeno una volta?
Da quando la pandemia ha rivoluzionato il modo di lavorare, le riunioni — fisiche, virtuali o ibride — sono diventate una presenza costante nella nostra quotidianità professionale. Ma che impatto hanno oggi sul benessere e sulla motivazione dei lavoratori?
Questa è la domanda che si sono posti i ricercatori dello studio “Unpacking the meeting load paradox: impacts on engagement and burnout across work arrangements” (2025): l’obiettivo consisteva nel capire come la modalità di lavoro e di svolgimento delle riunioni influenzi il coinvolgimento e il rischio di burnout.
I risultati dello studio hanno sottolineato che le riunioni svolgono un ruolo multisfaccettato: da un lato, le riunioni sono utili per condividere informazioni, costruire relazioni e rafforzare il senso di appartenenza. Dall’altro, possono diventare fonte di stress e affaticamento, soprattutto quando sono troppe, troppo lunghe o mal organizzate. Inoltre, la ricerca conferma che le riunioni faccia a faccia sono più efficaci nel favorire l’engagement e l’acquisizione di risorse, mentre le riunioni virtuali, soprattutto in contesto remoto, tendono a esaurire le risorse, contribuendo al burnout.
Per gestire efficacemente questa complessità, i ricercatori suggeriscono di adottare un approccio strategico nella pianificazione e nel condurre le riunioni: evitare quelle non essenziali o eccessivamente lunghe, lasciare pause tra un incontro e l’altro, chiarire sempre obiettivi e rilevanza degli appuntamenti.
La scelta del formato (di persona o virtuale), inoltre, non è neutra: le riunioni faccia a faccia risultano più efficaci per stimolare coinvolgimento, mentre quelle virtuali, soprattutto in full remote, tendono a esaurire le risorse. Il lavoro ibrido, invece, sembra offrire il miglior equilibrio, combinando i vantaggi delle due modalità e riducendo gli svantaggi. La chiave sta nel trovare il giusto mix tra presenza e distanza, tra incontro e autonomia.
In conclusione, le riunioni non vanno eliminate, ma ripensate. Solo così potranno tornare a essere uno strumento utile, e non un peso, contribuendo alla collaborazione, al benessere e alla produttività di persone e organizzazioni.