Stress lavoro correlato nel settore bancario: ma dov’è il tecnostress?

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E’ indubbio che il settore bancario è fortemente tecnologizzato, e i suoi lavoratori sono sottoposto all’utilizzo – spesso intensivo in attività particolati – di tecnologie digitali e informative. E’ quindi un luogo di lavoro che è ragionevole immaginare come favorevole allo sviluppo di sindromi da tecnostress.

Invece, mi dispiace vedere che nella scheda realizzata della Regione Lombardia in collaborazione con INAIL per la valutazione del rischio stress lavoro correlato nel settore bancario sono presentati molti fattori di rischio con le relative misure di prevenzione (come il rischio rapina, il rischio di carico emotivo, il rischi relativi al carico di lavoro e alla pressione lavorativa, i rischi relativi alle necessità di aggiornamento e/o difficoltà di accesso all’aggiornamento, i rischi per le carenze di tipo ergonomico o condizioni microclimatiche sfavorevoli, fino al nuovissimo Rischio etico) , ma non si parla da nessuna parte di tecnostress.

Puoi scaricare la scheda cliccando qui.

A maggior ragione quando trovo nell’internet il documento riportato qui sotto del 26 luglio 2016 del Coordinatore nazionale FABI dipartimento Salute e Sicurezza Loris Brizio che – a seguito dell’applicazione di un ‘nuovo modello organizzativo di filiale – segnala l’esigenza di considerare anche la valutazione del tecnostress fra i rischi dell’attività.

Personalmente, auspico da parte dei soggetti coivolti una riflessione più approfondita sull’argomento ‘tecnostress nel lavoro bancario’ che possa portare a un’integrazione della scheda regionale con la presenza del rischio tecnostress e le relative misure di prevenzione consigliate.


http://www.fabintesasanpaolo.eu/articolo-fabintesasanpaolo/2409/cassa-unica:rischio-stress-correlato-e-tecnostress.html