Primo corso universitario italiano di Cyberpsicologia per affrontare il rischio internet di iperconnessi e ‘native born’
Vengo a conoscenza nei giorni scorsi sull’internet delle numerosissime attività del dr. Tonino Cantelmi (Medico-Chirurgo, specializzato in Psichiatria e Psicoterapeuta), per me di particolare interesse quelle relative alle dipendenze comportamentali.
Il Cantelmi è stato il primo in Italia ad occuparsi dell’impatto della tecnologia digitale sulla mente umana (con il libro sul tema della dipendenza dalla rete: “La mente in internet”, Edizioni Piccin, 1999) ed è il fondatore di CEDIS, ente per lo studio delle dipendenze comportamentali (in modo specifico dipendenza da tecnologia e dipendenza sessuale).
L’ultima bella iniziativa del Cantelmi, in qualità di docente di psicologia dello Sviluppo all’università Lumsa di Roma, è l’avvo del primo corso universitario italiano di Cyberpsicologia.
La considerazione che sta alla base dell’avvio di questo nuovo corso è che l’impatto della tecnologia digitale sulla mente umana ha determinato una reale mutazione antropologica. Cantelmi – nel suo saggio “Tecnoliquidità – La psicologia ai tempi di internet: la mente tecnoliquida (ed. San Paolo)” – individua la nuova antropologia dell’Homus Digitalicus 2.0: il ‘mobile born‘, cioè i bambini molto piccoli, che ancora non camminano, ma che se vedono uno schermo ci mettono il dito sopra, dando per scontato che si tratti di un touch.
Questi mobile born hanno un cervello diverso sia dai loro fratelli più grandi – i nativi digitali – sia dalle generazioni pre-interet; sono più percettivi e meno simbolici, più rapidi, superficiali e capaci di gestire le attenzioni in modo multitasking. I ‘mobile born’ che oggi vanno all’asilo e alla scuola materna vivono la connessione a internet come condizione esistenziale, mostrando i sintomi di un passaggio evolutivo che porta alla strutturazione di nuovi schemi cognitivi e di nuovi processi nella costruzione della propria identità, individuale e collettiva.
Questi bambini saranno futuri uomini e donne che adotteranno schemi mentali e categorie di pensiero nuove. L’obiettivo del corso è quindi quello di formare i primi 100 cyberpsicologi italiani con una totale conoscenza del fenomeno mutagenico della rete e capaci di gestire gli effetti che può avere un cattivo utilizzo di internet.
“Il nostro mondo viaggia verso una colossale dipendenza dalla connessione: senza, infatti, molti di noi non sanno già più trovare un ristorante, corteggiare una donna, conoscere un amico, capire i mali del mondo, informarsi o divertirsi. E chiudere una storia d’amore. La dipendenza da Internet sta diventando anche un modo di vivere, dunque si colloca tra patologia e futura normalità. E come cambia il modo di esprimere il disagio psichico, ad esempio in chat e sui social, cambia anche il modo di curarlo.”.
- Leggi la Rassegna Stampa sul corso di Cyberpsicologia
- Scarica il programma 2014/2015 del corso di Cyberpsicologia
- Scarica la presentazione didattica 2014 ‘Società tecnoliquida‘
Digital Detox: in vacanza in gruppo per disintossicarsi dalla tecnologia
Il Digital Detox è “Un periodo di tempo durante il quale una persona si astiene dall’utilizzo di dispositivi elettronici come smartphone o computer, vissuto come un’opportunità per ridurre lo stress o concentrarsi sull’interazione sociale nel mondo reale” (A period of time during which a person refrains from using electronic devices such as smartphones or computers, regarded as an opportunity to reduce stress or focus on social interaction in the physical world” Oxford Dictionaires).
Digital Detox è anche una compagnia nata nel 2012 con l’obiettivo di aiutare le persone a disintossicarsi dall’uso di dispositivi digitali organizzando ritiri e campi estivi dove la tecnologia è bandita, mentre sono favorite diverse attività olistiche, i rapporti umani e il contatto con la natura. L’obiettivo di Digital Detox è quello di educare a un uso moderato e cosciente della tecnologia che ci circonda.
Cominciano oggi i tre giorni di ritiro allo Shambala Ranch, con tutte le numerose attività che potete vedere nell’immagine di apertura di questo articolo.
Se qualcuno è interessato a provare l’esperienza di un campo Digital Detox, restano ancora pochi giorni per iscriversi al prossimo ritiro d’autunno (immagine di seguito), dopo il grande successo con il tutto esaurito nei diversi camps estivi svolti nei mesi scorsi.
Tutti quelli che non ha il tempo, la voglia o i duemila dollari per questi raduni da quattro giorni di digital detox di alto livello, possono sempre ricorrere a un gesto di esorcismo estremamente potente nei confronti delle tecnologie, dall’effetto non molto disintossicante, ma estremamente gratificante (come mostrato nell’immagine sotto).
Tecnostress e Internet Addiction Disorder: ampliamento bibliografia sull’argomento
Girando sul web in questi giorni ho scovato il sito del dottor Ettore Zinzi, psicologo clinico e di comunità, che dedica parte del suo impegno professionale alla ricerca sui temi del Tecnostress e della Internet addiction. Gli articoli da lui pubblicati riguardano:
- Canadian Medical Association e l’Internet Addiction Disorder (IAD)
- Cantelmi e coll.,1998 “Internet Related Pshychopathology” (IRP, psicopatologia internet-correlata- “5 principali psicopatologie da internet”)
- Applicazioni e implicazioni della rete in psicologia (“considerazioni” dr. Zinzi E. 2004)
- Bibliografia sitografia emerografia (psicologia on-line)
L’ultimo link rimanda a un’ampia sezione bibliografica, che mi permetto di riprendere direttamente anche qui sotto, al fine di integrare l’ampia bibliografia sul Tecnostress e argomenti affini già presente in questo sito.
BIBLIOGRAFIA (psicologia on-line)
- Aguglia E.et al., Computer:un’alternativa al dolore ed alla solitudine. Alghos-Pathos nella filogenesi dell’uomo,Veroli,16-19.5,1996.
- APA (1995), DSM-IV, Masson, Milano 1996.
- Baumeister, R.F. (1999), the Nature and Structure of the Self An Overview, in R.F.Baumeister (ed), the Self in Social Psychology, Cleveland, OH: Case Western Re-serve University, pp.1-20.
- Bikson, T.K., Eveland, J.D., Gutek, B.A., (1989). “Flexibile interactive technologies for multi-person tasks: current problems and future prospects”. In: M.H. Olson (ed.), Technological support for work-group collaboration, Erlbaum, Hillsdale, NJ.
- Boczkowski,P. (1999)Mutual shaping of users and technologies in a national virtual community. Journal of communication, Spring, pp86-108.
- Cantelmi T., A. D’ Andrea(2000), Fenomeni psicopatologici Internet-corrèlati: osservazioni cliniche, in T. Cantelmi, M. Talli, A. D’ Andrea,C. Del Miglio, La mente in Internet. Psicopatologie delle condotte on-line, Padova, Piccin.
- Cantelmi T.,M.Talli, C.Del Miglio, A.D’Andrea, La mente in internet, psicopatologie delle condotte on-line. Padova, Piccin,2000.
- Cantelmi T.,L.Giardina Grifo, La mente virtuale. L’affascinante ragnatela di internet,Milano,ed. S. Paolo,2002.
- Tonino Cantelmi, Simonetta Putti, Massimo Talli, @psychotherapy. Risultati preliminari di una ricerca sperimentale italiana, Roma, Edizioni Universitarie Romane, 2001.
- Cantelmi T., M.Talli , A. D’Andrea, Comunicazione virtuale e cyberpsicoterapie: problematiche psicopatologiche e note critiche,Formazione Psichiatrica, n. 1-2, 1998.
- Caretti V., Psicodinamica della trance da videoterminale, in T. Cantelmi, M. Talli, A. D’ Andrea, C. Del Miglio, La mente in Internet. Psicopatologie delle condotte on-Iine, op. cit.
- Craig Brod, “Technostress: the uman cost of computer revolution”edito nel 1984 da Addison Wesley
- Galimberti U., Dizionario di Psicologia, UTET, Torino 1992.
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- Goffman, E. (1959), The Presentation of Self in Everyday Life, Harmondsworth: Penguin Books.
- Griffiths M.D., Nicotine, tobacco and addiction, Nature, 384, 18,1996.
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- Young K. S., Presi nella rete. Intossicazione e dipendenza da Internet, Calderoni,edizioni, Bologna, Milano, Roma, 2000.
- Young K.S., Psychology of computer use: XL. Addictive use of the Internet: a case that breaksthe stereotype, Psychol. Rep. n. 79, pp, 899-902, 1996.
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- Marshall McLuhan, La Galassia Gutemberg, Armando, 1991.
- Marshall McLuhan, Gli strumenti del comunicare, Il Saggiatore, 1967.
- Mininni e Ligorio, Costrutti identitari e interazioni virtuali nella comunicazione via MOO,Sistemi intelligenti,IX;3,pp.417-443. 1997.
- Mininni G.;Virtuale.com,La parola spiazzata,Idelson-Gnocchi, Sorbona, 2002.
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- McGuire, W.J. (1983). A contextualist theory of knowledge. In: Berkowitz, L. (ed.), Advances in experimental social psychology, 16, Academic Press, New York.
- Patricia Wallace, “La psicologia di Internet”, Raffaello, Cortina editore, 2001.
- Pezzullo, L. (1998). Internet per Psicologi, Unipress, Padova.
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- Rice, R.R.(1993), Media Appropiateness-using social presence theory to compare traditional and new organizational media, human communication research,19,pp.451-484.
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- Sherry Turkle, Il secondo io. Milano, Frassinelli, 1985.
- Sherry Turkle, La vita sullo schermo. Nuove identità e relazioni sociali nell’ epoca di Internet. Milano, Apogeo, 1997.
- Sproull, L., Kiesler, S., Connections: New ways of working in the networked organizations. MIT Press, Cambridge, MA.., 1991.
- Watzlavick P., Beavin J. H., Jackson D. D., Pragmatica della comunicazione umana, Astrolabio, Roma, 1971.
EMEROGRAFIA
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- Cantelmi T. e Talli M., Fenomeni correlati all’Internet Addiction Disorder: prime esperienze in Italia, aspetti clinici e note critiche, Psicologia Contemporanea, Novembre, 1998.
- Cantelmi T., Talli M. e Putti S.,Nuove frontiere della psicoterapia, il paziente on-line, Psicologia Contemporanea, Luglio-Agosto, 2000.
- Talli M.,D’ Andrea A., Cantelmi T ., Strumenti per la valutazione della IAD-PCU: review on-line, Formazione Psichiatrica, n. 1-2, pp. 77-84,1998.
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- Ainsworth M.,Grohol J., Credential check, ,1997. Disponibile all’ indirizzo http//www.cmhc.corn/check
Generazione digitale: un popolo di informatissimi idioti. 12 pagine da leggere assolutamente.
Sabato 25 gennaio 2014, il prof. Franco Ferrarotti (uno dei più importanti sociologi italiani, autore di alcuni libri ‘critici’ su internet, l’ultimo dei quali è Un popolo di frenetici informatissimi idioti), ha parlato a lungo di Internet e delle sue conseguenze sulla società, in particolare per i ‘nativi digitali’, alla conferenza “Nuove dipendenze” organizzata dal Centro di psicoanalisi romano.
Il testo è una fotografia di tutti noi come agire sociale – ma dove possiamo facilmente ritrovarci uno per uno – in quest’epoca di tecnologie digitali e in questo mondo in cui ci siamo avvolti della comunicazione e relazione con tecnologie e servizi baati su internet.
Riporto brevemente alcuni passi dell’intervento, e alcune frai estrapolate dal testo, ma invito a scaricare e leggere il testo completo cliccando qui.
L’oggetto di ricerca è l’Homo sociologicus contemporaneo, cioè “quell’«agente sociale» in base alle prescrizioni di ruolo, fondate su valori e norme collettivamente condivisi” definito dalla sociologia del novecento, che sembra oggi “aver ceduto il passo a un attore sociale che persegue, in primo luogo, un suo personale progetto esistenziale. Il sociale resta solo come «vincolo allentato», richiamo evocativo o «cornice», anziché come luogo delle risorse da cui attingere i «materiali» essenziali per la costruzione delle méte individuali e collettive.”
La ricerca su questo nuovo tipo di “agire sociale” incrocia obbligatoriamente “la comunicazione elettronica e la rivoluzione digitale che investono direttamente le anime degli uomini, ne trasformano le percezioni, ricreano la realtà, la ridefiniscono e la re-inventano come realtà virtuale”.
Questi effetti sono particolarmente evidenti nella “generazione che abbiamo davanti è quella cresciuta con i mezzi di comunicazione di massa, con la televisione, con il computer, con Internet.”
“Internet sta cambiando non solo la comunicazione politica, ma la fonte stessa dell’obbligazione che lega e tiene insieme la società, consentendo ad essa di funzionare come un insieme di parti distinte ed anche in contrasto, ma tendenzialmente congruenti. … Internet sta sostituendosi al costume della società tradizionale, all’autorità dell’eterno ieri. È il nuovo, imprevisto ed inedito fattore integrativo. Ma integra veramente?”
“Se non già oggi, quasi certamente domani, saremo probabilmente messi di fronte ad un popolo di informatissimi idioti” ci avvisa Ferrarotti, “La logica dell’audiovisivo … informa, ma nello stesso tempo frastorna; informa, ma anche deforma; informa con una straordinaria abbondanza di stimoli e di dati non-mediati, ma non concede i margini di tempo necessari al filtro selettivo della ragione e della memoria; ossia informa, ma non forma.”
“Liberati dalla placenta protettiva e inibente del costume tradizionale, delusi dalle grandi ideologie onni-includenti, consegnati alla contingenza del caso e alla sua crudeltà distratta, privi di scuse o giustificazioni valide per i nostri insuccessi, ridotti a vivere a modo nostro, a «realizzarci», ma privati nello stesso tempo di orientamenti, paghiamo la libertà con l’imbarazzo paralizzante di scelte tanto numerose quanto insignificanti. La mitologia del libero mercato ha penetrato e imbevuto di sé la trama dell’esistenza. L’ordine sociale che pesava sugli individui e ne dettava le condizioni di vita si è liquefatto. Siamo passati dall’eteronomia delle grandi tradizioni all’autonomia relativa dell’individuo kantiano, infine alla ricerca dell’identità soggettiva, puramente personale, alla valorizzazione estrema della spontaneità come preziosa, imprevedibile e irriducibile espressione del singolo. I comportamenti espressivi sopravanzano quelli logico- strumentali. …. Ciò predispone adolescenti, giovani adulti e adulti alla dipendenza dai nuovi mezzi elettronici. Nelle condizioni odierne, sembrano affermarsi nuove forme di idolatria. Si sta verificando l’obsolescenza del principio di non contraddizione e della consecutio temporum. Si è schiacciati sull’immediato …
“La cultura del libro si sta trasformando in cultura del monitor”.
“La tecnologia riproduce se stessa all’infinito e non va incontro a nessuna esigenza autoespressiva e libera degli individui. L’ultimo ritrovato è tanto tecnicamente scintillante quanto umanamente inutile”.
“Sta prevalendo la socialità come comunicazione fine a se stessa. Ma si tratta di rumore”.
“Più del 30% di dirigenti, imprenditori e neo-laureati non ha letto neanche un libro nel corso degli ultimi 12 mesi”.
E qui mi fermo ma, come vi ho detto, se volete capire un po’ di più chi siamo (o chi siamo diventati) come attori sociali in questi ultimi vent’anni di tecnologie digitali scaricate e leggete l’intervento completo cliccando qui.
Tecnostress: se ne parla anche alla RAI TV
Nel programma televisivo GEO di RAI 3 andato in onda il 21 ottobre 2013, Sveva Sagramola parla di Tecnostress per 5 minuti con il dott. Piero Barbanti, primario neurologo all’istituto San Raffaele Pisana di Roma.
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